NON PUOI DIRE DI CONOSCERE TE STESSO ,SE NON TI SEI MAI BATTUTO…
venerdì 15 novembre 2013
AVANTI UN ALTRO!
giovedì 14 novembre 2013
GIAMPIERO SPACCA
Mi chiamo Giampiero Spacca, ho 42 anni, sono sposato ed ho due figlie di 8 e 7 anni. Sono laureato in Informatica e ho un master in Finanza. Lavoro in una multinazionale che opera nel settore dell’elettronica per la Difesa, dove mi occupo di definizione delle strategie.Nel tempo libero, oltre che praticare la kickboxing mi piace molto leggere, sciare e ultimamente poi mi sto appassionando sempre più all’equitazione.
PERCHÉ LA KICKBOXING?
Tutto è iniziato per caso circa 12 anni fa. All’epoca infatti ero iscritto in una palestra a Pescara dove frequentavo alcuni corsi di fitness. Ad un certo punto il proprietario della palestra mi disse che a breve sarebbe iniziato un corso con un certo Riccardo Bergamini. Io all’epoca non avevo idea di chi fosse Riccardo Bergamini. Incuriosito però decisi di provare, anche perché sono sempre stato appassionato di sport da combattimento. Solo che fino ad allora, per me, sport da combattimento voleva sostanzialmente dire assistere agli incontri di pugilato in televisione.
Insomma per farla breve, dopo il primo mese in quella palestra, sotto la guida di Bergamini e dopo aver compreso il 'personaggio' con il quale avevo a che fare gli dissi che mi sarebbe piaciuto praticare veramente. Riccardo allora mi indirizzò da un suo allievo che era anche istruttore: un certo Stefano Paone. All’epoca Kickboxing voleva dire sostanzialmente Full-Contact e cosi, grazie a Stefano, iniziai a praticare e da allora non ho mai spesso.
PERCHÉ' LA KICKBOXING?
Perché lo reputo uno sport completo: occorre un giusto mix di forza, resistenza, velocità ed intelligenza. Occorre sempre essere concentrati su quello che si sta facendo ma sostalzialmente quello che più mi piace, è che si tratta di un’attività che consente di misurarsi prima con se stessi e poi con gli altri.
Vale un pò quello che ho appena detto: e cioè penso che siano sport altamente formativi sotto l’aspetto fisico e non solo. Per quanto riguarda l’aspetto fisico, la cosa è sotto gli occhi di tutti: basta vedere gli atleti, sia dilettanti che professionisti, per rendersi conto di che tipo di preparazione occorre per salire su un ring. C’è poi un altro fattore fondamentale, almeno per quanto mi riguarda, che è l’aspetto mentale. Bisogna sempre essere concentrati in allenamento e dunque tanto più in gara. In allenamento la concentrazione è necessaria per eseguire le tecniche nella giusta maniera per poter migliorare, per evitare di far male e di farsi male. Un errore comune, nel pensiero di chi non pratica, è che si pensa che durante questi allenamenti ci si scarichi da stress e cose varie perché ci si può lasciare andare eseguendo colpi con estrema forza e violenza, ma non è cosi: bisogna invece, a mio avviso, imparare bene a controllare la violenza nei colpi per potersi divertire in sicurezza. Certo gli impatti dei colpi ci sono, soprattutto sei poi uno decide di praticare a livello agonistico ma è fondamentale arrivarci per gradi. E che ci si scarichi è vero, ma per la fatica degli allenamenti e non per la violenza dei colpi.
QUALI SONO I TUOI IDOLI NEGLI SPORT DA COMBATTIMENTO?
Non ho particolari idoli: secondo me a certi livelli ogni atleta presenta caratteristiche apprezzabili. Ma se proprio vogliamo fare qualche nome: Giorgio Petrosian per la sua lucidità. Buakaw Por Pramuk, nella Thai Boxe, per la sua forte personalità nello stare sul ring: sembra quasi che lui il match l’abbia vinto prima ancora di iniziare a combattere. Poi, memorabile l’incontro tra Fabrizio Bergamini e Marko Zaja di “alcuni” anni fa. E, tra le star del K-1 in un recente passato, l’essenzialità delle tecniche di Alexey Ignashov.
Ho una predilezione per le cose semplici e probabilmente questo deriva dall’esperienza trasmessa da Stefano; combinazioni facili ma veloci, due massimo tre colpi e poi via: ad esempio, due colpi di braccia ed un low kick in chiusura.
Non ho mai avuto velleità agonistiche, anche perché mi sono avvicinato a questo sport in tarda età: avevo 30 anni quando ho iniziato a praticare. Ma questo non toglie che si possa migliorare sempre, giorno dopo giorno con allenamento e costanza. Dunque il mio sogno è semplicemente quello di poter continuare a praticare il più a lungo possibile, migliorando e divertendomi che è poi la cosa fondamentale per continuare ad avere entusiasmo.