Roma è sempre stata la capitale italiana del full contact. A cavallo tra gli anni '80 e gli anni '90, in città c'erano oltre 20 campioni,tra corone mondiali e allori continentali,senza parlare dei titoli italiani che sembravano essere ad esclusivo appannaggio dei capitolini.
Era normale,quindi ,che i Campionati Italiani assoluti si svolgessero nella Capitale, spesso al Tenda Strisce, qualche volta a Corviale, sovente a Boccea, ma quell'anno venne scelto il Pala Eur, una cornice di prestigio adatta ad accogliere gli atleti provenienti da tutta la Penisola! Il Puma kickboxing Team si era sempre distinto per il valore dei suoi portacolori ma, la giovane età di questi,quasi tutti poco più che maggiorenni, non li aveva mai fatti salire sul gradino più alto del podio delle categorie delle discipline a contatto pieno, salvo le vittorie del giovane Fabrizio, vero fuoriclasse nonostante la giovane età! Quell'anno la squadra era formata proprio dall'enfant prodige,Fabrizio, da 2 ragazzi con ottima tecnica e buona tenuta atletica, ma carenti, forse, di quella cattiveria agonistica che solo l'età adulta regala e dall'ultimo acquisto della squadra: un 86 kg alto meno di un 1 e 75 con dei volumi muscolari da fare invidia ad un culturista.....e fu proprio lui a caratterizzare la trasferta di quell'anno ai Campionati Italiani FIAM.
Il torneo di svolgeva tutto in una giornata, almeno 2 matches, a volte 3, qualche volta 4, con il peso la mattina stessa. Fu proprio durante le operazioni di peso che in nuovo arrivato del Team pescarese iniziò ad attirare le attenzioni degli altri combattenti, incuriositi da questo tipo tanto muscoloso e dallo spiccata cadenza dialettale abruzzese.
Nella sua categoria erano 8, in sostanza 3 matches per essere proclamati Campioni d'Italia; fu proprio lui il primo della squadra a salire sul ring.....pochi secondi un fenomenale gancio destro mise la parola fine al match.....superato il primo turno.
Il secondo incontro si presentava più difficile del primo, un avversario di oltre 1 metro e 90, fisico longilineo con leve lunghissime. "Hanno visto cosa sai fare- gli consigliarono dall'angolo-cambia strategia, accorcia , demoliscilo e poi picchia duro", montato sul ring, incurante dei consigli appena ricevuti, suono del gong e......gancio destro e buonanotte anche al secondo avversario,stessa sorte e stesso copione....ora mancava solo la finale.
Sugli spalti si attendeva il terzo match del "pescarese tutto muscoli". Arrivato il momento dell'incontro si trovarono di fronte due atleti completamente diversi: da una parte il brevilineo ed ipertrofico portacolori della Puma che nei 2 matches non aveva tirato un solo calcio,ma solo due ganci poderosi sufficienti a mandare ko gli sfortunati di turno,dall'altra un romano che vedeva distribuiti i suoi 86 kg su un corpo di 1 metro e 85. Sulla sua strada aveva incontrato avversari, tutti battuti ai punti, ma che gli avevano permesso di fare bella mostra di un bagaglio tecnico pregevole e una tattica attendista da atleta esperto. In platea poi, a fare il tifo per lui una nutrita compagine di amici capeggiati da una appariscente fidanzata, che aveva accompagnato gli incontri precedenti con strilla, grida e incitamenti. Gli atleti si trovarono al suono della campanella sembrò di assistere alla caccia di un gatto con il topo, con il pescarese che cercava invano di accorciare la distanza,abilmente mantenuta dal romano che non aveva nessuna intenzione di incappare in uno di quei pugni che fischiavano a 20 cm da lui.
La prima ripresa finí con il pubblico romano in fibrillazione e i pescaresi rassegnati a vedere infrangersi i sogni di gloria dell'ultimo arrivato della squadra. A sottolineare l'andamento del match c'era sempre lei, "la fidanzata"che continuava ad tifare a gran voce per il suo atleta.....al suono della campana sembrò di assistere alla replica della prima ripresa,finché, fiducioso dei propri mezzi,troppo fiducioso.....il giovane romano si fermò aspettando di schivare il soliti gancio "telefonato" del picchiatore pescarese che, incredulo, invece di portare un destro, esitó un secondo e sferrò un poderoso gancio sinistro.......uno dei giudici seduti a bordo ring,vedendo l'impatto devastante e l'effetto che ebbe,si girò verso l'angolo pescarese esclamando: "Ahò ma che je date a magnà a questo, pane e Gran Sasso?".....3 ko su 3 incontri disputati e titolo italiano conquistato.........dall'altra parte il pianto disperato della fidanzata dell'avversario corsa sul ring a recuperare in frastornato ragazzo che a stento riusciva a riconoscerla......
Bravo Pao! Belle ste storie di vita vissuta! Metti i nomi!!
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